Abuso di diritto: giusta causa di licenziamento a parere della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione, con Sentenza n. 1248 del 25 Gennaio 2016, ha ritenuto che concretizzi un ipotesi di abuso di diritto il comportamento del lavoratore che al fine di ottenere un vantaggio personale ponga in essere una serie reiterata di iniziative di varia natura, quali diffide, atti di messa in mora, richieste di spiegazioni, istanze di aspettativa, accuse di mobbing, di fatto inoltrate solo per creare disagio e costringere il datore di lavoro ad accogliere le proprie richieste, così violando ogni principio di correttezza e buona fede.
Gli Ermellini ribadiscono, nello specifico, come “l’abuso del diritto […] sia configurabile allorché il titolare di un diritto soggettivo, pur in assenza di divieti formali, lo eserciti con modalità non necessarie ed irrispettose del dovere di correttezza e buona fede, causando uno sproporzionato ed ingiustificato sacrificio della controparte contrattuale, ed al fine di conseguire risultati diversi ed ulteriori rispetto a quelli per i quali quei poteri o facoltà sono attribuiti”.
In quanto del tutto strumentali e superflue, le azioni in discorso integrano, dunque, a parer della Corte, giusta causa di licenziamento del lavoratore.