Il giudizio di similarità tra segni – il caso Puma
Con sentenza del 25 febbraio 2016, la Corte di Giustizia Europea ha ribaltato la decisione della Commissione di ricorso UAMI che aveva rigettato l’opposizione di Puma SE alla domanda di registrazione da parte di Sinda Poland Corp. di un marchio costituito dalla silhouette nera di un animale in salto, sul presupposto che tale marchio presentasse elementi di dettaglio tali da renderlo diverso dal noto marchio figurativo “Puma”. Tale impostazione non è stata condivisa dalla Corte che, nel rigettare la domanda di registrazione, ha sottolineato la similarità dei due marchi, sul presupposto che il giudizio di similarità tra segni non deve essere condotto analizzando i singoli elementi che compongono i marchi, bensì tenendo conto dell’impressione complessiva da questi prodotta nel consumatore medio.