Estorsione e autoriciclaggio per l’imprenditore che sottrae compensi ai lavoratori
La Corte di Cassazione con sentenza n. 25979/2018 ha confermato l’applicazione della misura cautelare del sequestro preventivo finalizzato alla confisca a carico dei vertici di una Società per il reato di estorsione e autoriciclaggio.
Il reato presupposto di estorsione sarebbe stato commesso dall’imprenditore costringendo una molteplicità di lavoratori dipendenti ad accettare retribuzioni inferiori a quelle risultanti dalle buste paga e a sopportare orari superiori a quelli contrattualmente stabiliti.
Oltre alle persone fisiche è stato contestato anche alla Società il reato di autoriciclaggio ex art. 648 ter1 c.p. previsto quale reato presupposto della responsabilità amministrava degli enti ex art. 25 octies del D. Lgs. 231/2001.
Il reato sarebbe stato commesso impiegando nell’attività imprenditoriale il denaro proveniente dal reato di estorsione, in modo da ostacolare concretamente l’identificazione della provenienza delle somme.