Frodi finanziarie: via libera del Consiglio dei Ministri all’attuazione della direttiva PIF
Il 23 gennaio 2020, il Consiglio dei Ministri ha approvato, in via preliminare, il decreto legislativo di attuazione della direttiva PIF (2017/1371), relativa alla lotta contro le frodi che ledono gli interessi finanziari dell’Unione Europea. Secondo quanto si apprende dal comunicato stampa della seduta, tra le novità principali del decreto legislativo, è prevista, per i reati fiscali disciplinati dal d.lgs. 74/2000 che rivestano il requisito della “transnazionalità”, la possibilità di punire anche le ipotesi di delitto tentato (possibilità oggi preclusa dall’art. 6 d.lgs. 74/2000), se l’imposta IVA evasa non sia inferiore a 10 milioni di euro;
viene ampliato (nuovamente, a distanza di poche settimana dall’entrata in vigore della Legge di conversione del D.L. 124/2019) il catalogo dei reati tributari per i quali è considerata responsabile anche la società ai sensi del D.Lgs. 231/2001) includendovi anche i delitti di dichiarazione infedele (art. 4 d.lgs. 74/2000), di omessa dichiarazione (art. 5 d.lgs. 74/2000) e di indebita compensazione (art. 10 quater d.lgs. 74/2000); la responsabilità dell’ente ex d.lgs. 231/2001 viene estesa anche ai delitti di frode nelle pubbliche forniture, al reato di frode in agricoltura (art. 2 L. n. 898 del 1986) e al reato di contrabbando, modulando la sanzione a seconda che il reato ecceda o meno la soglia di 100.000 euro. Infine, si prevede l’ulteriore ampliamente del panorama dei delitti contro la pubblica amministrazione di cui possono rispondere le società, includendovi il delitto di peculato e quello di abuso d’ufficio. Per quanto riguarda gli altri settori del diritto penale si interviene su alcune fattispecie di corruzione, includendovi anche i casi in cui siano sottratti denaro o utilità al bilancio dell’Unione o ad altri suoi organismi, con danno superiore a 100.000 euro con la pena massima aumentata fino a 4 anni di reclusione e si estende la punibilità a titolo di corruzione dei pubblici ufficiali e degli incaricati di pubblico servizio di Stati non appartenenti all’Unione europea, quando i fatti ledono o pongono in pericolo gli interessi finanziari dell’Unione.