Business competence, Facebook e la storia giudiziaria della contesa sull’app
Pubblicato su Startup Business del 5 marzo 2021
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Più volte abbiamo scritto dell’importanza degli strumenti per la protezione della proprietà intellettuale sottolineando come essi siano spesso indispensabili ma anche ponendo enfasi sul fatto che in caso di violazioni è poi opportuno avere anche la capacità di difendere tale proprietà da eventuali attacchi.
Ciò è spesso complesso e costoso ma vale la pena tenere sempre in considerazione la possibilità di fare valere le proprie ragioni, anche quando si è una piccola startup che si trova a confrontarsi con realtà molto più grandi e articolate. Quella che segue è la cronaca legale e giudiziaria di un caso che possiamo considerare esemplare che ha visto tra il 2012 e il gennaio di quest’anno una piccola startup italiana, Business Competence, fare valere i suoi diritti verso un’azione giudicata non propria posta in essere da Facebook.
Il caso, che ricorda il racconto biblico della lotta tra Davide e Golia, come qui di seguito riportato grazie al lavoro dell’avvocato Cristina Bellomunno di Legalitax Studio Legale e Tributario, si dipana nei diversi passaggi che hanno portato alla sentenza del 5 gennaio 2021 la quale potrebbe ulteriormente avere evoluzioni se le parti condannate al risarcimento decideranno di procedere anche in Cassazione.