Il trust revocabile non configura un autonomo soggetto passivo d’imposta
L’Agenzia delle Entrate attraverso l‘interpello n. 111 del 21 aprile 2020 ha affrontato la tematica del trust revocabile, chiarendo come tale fattispecie non dia luogo ad un autonomo soggetto passivo d’imposta.
L’amministrazione finanziaria ricorda come, ai fini della qualificazione come soggetto passivo, sia necessario che il trustee abbia l’effettivo potere di amministrare e di disporre dei beni a lui affidati.
Laddove questo non accada in quanto l’influenza del disponente è prevalente, come nel caso di un trust revocabile, si assisterà ad una mera interposizione rispetto al disponente.
La conseguenza di quanto descritto risiede nel fatto che i redditi siano da attribuire al disponente, benché formalmente prodotti dal trust.
Infine l’Agenzia esclude che, ai fini della dichiarazione, i redditi di fonte estera e derivanti da partecipazioni di natura non qualificata, possano essere indicati al cosiddetto “netto frontiera“.