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La digitalizzazione del processo civile in Italia e l’impatto sulle parti, avvocati e giudici

La digitalizzazione del processo civile italiano ha migliorato significativamente la velocità e l’efficienza, creando una nuova generazione di avvocati e giudici “nativi digitali”. Tuttavia, sorgono interrogativi sul rapporto cliente-avvocato e sui rischi di frode nel processo.

Digitalizzazione dei documenti nei procedimenti civili
Dal 2015, il processo civile telematico in Italia ha reso obbligatorio il deposito digitale di atti e documenti, in formato PDF non modificabile, tramite una piattaforma web. Nonostante iniziali difficoltà, come la necessità di scannerizzare documenti cartacei o fornire copie di cortesia, il sistema è ora largamente accettato. Oggi, i documenti sono condivisi rapidamente, con link nei testi per agevolare i giudici nel controllo dei documenti depositati a corredo degli atti.

Udienze e incontri via videoconferenza
La pandemia da Covid-19 ha accelerato l’adozione delle videoconferenze per udienze e incontri con i clienti, spesso tramite Microsoft Teams o piattaforme analoghe. Sebbene efficiente, questa modalità evidenzia problemi legati al digital divide e solleva questioni etiche, come la possibilità di assistere un cliente senza mai incontrarlo di persona.

Quali sono le sfide e i rischi legati alla digitalizzazione?
I rischi principali includono:

  • Falsificazione di documenti digitali e manipolazioni facilitate dall’intelligenza artificiale.
  • Errori nell’analisi dei dati elettronici, dovuti a bias nei software o errori di programmazione.
  • Superficialità nella ricerca giuridica, con sentenze lette solo parzialmente tramite strumenti digitali.

Per mitigare tali rischi, sono necessari investimenti tecnologici, formazione specifica per i futuri giuristi e un approccio critico verso le tecnologie. Nuove figure professionali, come i Chief Information Security and Compliance Officer, stanno già emergendo negli studi legali per affrontare queste sfide.

Un futuro tra tecnologia ed etica
Gli avvocati devono imparare a bilanciare l’uso delle tecnologie con una visione umana e creativa. La digitalizzazione non può sostituire il giudizio critico né affrontare le situazioni uniche che la realtà presenta, richiedendo un approccio olistico e non standardizzato. Il futuro sarà una sfida affascinante e complessa, tra innovazione tecnologica e integrità professionale.

Per leggere il contributo completo: QUI

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