La gestione collettiva dei diritti d’autore: la fine dell’esclusiva SIAE
A seguito delle numerose polemiche intervenute negli ultimi anni e sulla scorta di quanto statuito dalla direttiva europea 26/2014, il governo ha finalmente deciso di intervenire sulla gestione collettiva dei diritti d’autore, ponendo fine all’esclusiva della Società Italiana degli Autori ed Editori (SIAE). Quest’ultima, a norma dell’art. 180 della L 633/1941, era infatti l’unica a poter esercitare l’attività di intermediario. Con l’art. 19 del decreto legge n. 148 del 16 ottobre 2017, la quale, a sua volta, richiama le disposizioni del d.lgs 35/2017, tale possibilità si è estesa anche ad altri enti, a condizione che gli stessi non perseguano alcun scopo di lucro. La nuova normativa, pur volta a cercare di conformare la legislazione italiana a quella di molti altri paesi europei, è già stata da molti bollata come inefficace, in quanto non creerebbe, come in altre realtà, un mercato realmente competitivo. In altre parole, l’attuale posizione di predominio della SIAE rimarrebbe, di fatto, quasi immutata e le tanto lamentate inefficienze del sistema permarrebbero, contribuendo a mantenere, almeno in parte, frustrati gli interessi economici sottesi allo sfruttamento ed alla libera circolazione delle opere protette. Tuttavia, a voler spezzare una lancia, in ogni caso non si può che affermare come, seppur lentamente, ci si muova nella giusta direzione.