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Lo sguardo di Banca d’Italia sul trasporto internazionale di merci all’indomani della pandemia

La Banca d’Italia conduce, sin dal 1999, un’indagine campionaria presso gli operatori del trasporto internazionale di merci finalizzata alla raccolta dei dati necessari alla compilazione della bilancia dei pagamenti. Lo scopo principale della rilevazione è la stima dei costi unitari del trasporto da/per l’Italia per modalità di carico della merce, tenuto anche conto delle quote di mercato dei vettori distinte per nazionalità.

L’indagine relativa al 2020, pubblicata lo scorso 14 giugno 2021, ha riguardato 212 imprese operanti in Italia ed ha destato particolare interesse per gli operatori del settore (e non), particolarmente concentrati sulla valutazione dell’ impatto della pandemia di Covid-19 sul nolo dei trasporti, soprattutto internazionali.

La Banca D’Italia ha compiuto l’analisi tenendo conto della modalità di trasporto (terra- aereo- mare), dell’area di provenienza e della destinazione delle merci. I costi sono stati valutati ai prezzi di mercato in euro per tonnellata, includendo anche i servizi ausiliari al trasporto (handling, pedaggi, commissioni degli spedizionieri, ecc.).

Dagli studi compiuti è quindi emerso che, per quanto concerne il trasporto stradale, nel 2020 si è registrata una lieve diminuzione dei costi medi che ha interessato sia i carichi completi sia quelli parziali, in un contesto di calo dei volumi movimentati. Le prime criticità legate alla pandemia − ritardi, lunghe procedure di controllo, ritorni a vuoto legati a forti sbilanciamenti geografici dei flussi – non hanno inciso sui noli, ma si sono piuttosto riflettuti sui margini di profitto degli operatori.

La riduzione dei costi del trasporto stradale ha riguardato quasi tutte le aree geografiche tranne il Regno Unito, in cui i noli sono aumentati nella parte finale dell’anno, a causa dell’accelerazione degli scambi prima dell’entrata in vigore del nuovo accordo sugli scambi e sulla cooperazione con l’Unione Europea.

Per quanto concerne, invece, i costi medi del trasporto ferroviario, gli stessi sono lievemente aumentati, considerato il maggiore ricorso alla ferrovia in alternativa alla strada nei periodi di più forti restrizioni alla movimentazione di persone. Anche in questo caso, tra le varee aree geografiche l’aumento più marcato è stato osservato per i noli da/per il Regno Unito, in relazione all’accelerazione degli scambi negli ultimi mesi del 2020.

Diverso, invece, è il discorso relativamente al settore cargo aereo. Come noto, la pandemia ha colpito intensamente il settore cargo, che tipicamente fa ampio utilizzo della capacità di stiva degli aerei passeggeri: la riduzione di questi ha inevitabilmente causato un forte restringimento dell’offerta di carico, con un aumento eccezionale dei noli unitari che sono quasi raddoppiati all’importazione e sono cresciuti del 60 per cento all’esportazione.

Per quanto concerne, da ultimo, il trasporto marittimo, l’analisi effettuata da Banca D’Italia rileva come nel 2020 i noli per il trasporto marittimo siano complessivamente aumentati. In particolare, il trasporto mediante container ha registrato forti incrementi (in media superiori al 30 per cento per le esportazioni e al 50 per cento per le importazioni), soprattutto nelle tratte con la Cina e gli altri paesi asiatici. Nelle rotte all’interno del Mediterraneo e in quelle che attraversano lo stretto di Gibilterra (da/per l’America, il resto dell’Africa e dell’Europa) il rialzo dei noli si è registrato, ma è stato più contenuto, attenuandosi parzialmente sul finire dell’anno.

Concludendo, lo studio condotto da Banca D’Italia ha posto in luce un importante dato di fatto: la pandemia ha avuto un impatto rilevante sui costi unitari del settore, rimasto pienamente operativo anche nelle fasi di maggiore emergenza. L’incidenza dei costi del trasporto sul valore delle merci esportate e importate dall’Italia è nel complesso salita (rispettivamente al 3,1 e al 4,3 per cento).

Il settore che ha risentito di più della “crisi emergenziale” è stato ovviamente quello aereo che ha registrato un aumento dei noli molto marcato, seguito poi dal settore marittimo (container). Pare, invece, aver tenuto il trasporto terrestre i cui costi medi a tonnellata sono lievemente aumentati nel comparto ferroviario, mentre sono leggermente diminuiti in quello stradale, nonostante l’aggravio di costi per gli operatori dovuto alle maggiori difficoltà nelle spedizioni (come la dilatazione dei tempi di consegna).

Restano quindi da esplorare gli effetti della pandemia e dell’aumento dei costi del trasporto sul settore assicurativo anche in considerazione della diminuzione dei servizi di trasporto offerti in determinati settori, come quello cargo, che certamente appaiono suscettibili di incidere sulla determinazione del premio assicurativo.

 

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