No al riconoscimento del figlio nato da madre surrogata all’estero se non c’è legame biologico
Secondo la Corte dei Diritti Umani di Strasburgo l’Italia non può essere condannata per aver impedito ad una coppia italiana sposata di riconoscere un bambino nato da madre surrogata in Russia come proprio figlio.
La coppia si era vista negare dall’anagrafe italiana la trascrizione dell’atto di nascita del piccolo, nonostante le autorità russe lo avessero riconosciuto come figlio legittimo della coppia. Le autorità italiane hanno di conseguenza deciso che il bambino dovesse essere dato in adozione, considerato che le informazioni del certificato di nascita russo destavano sospetti sulla vera identità dei genitori e il test del Dna dimostrava l’assenza di un legame biologico tra il padre ed il figlio.
Un anno fa la Corte di Strasburgo si era pronunciata in senso opposto, condannando l’Italia per aver violato il diritto della coppia al rispetto della vita familiare e privata. Il nuovo orientamento della Corte è stato assunto con 11 voti contro 6.