Update | Import-export: cos’è l’origine preferenziale delle merci, e perché è importante conoscerla
Tutte le imprese che esportano o importano merci farebbero bene a conoscerne l’eventuale origine preferenziale.
Una merce viene detta di origine preferenziale se è inclusa in accordi doganali-commerciali tra il Paese da cui viene esportata e il Paese da cui viene importata. La presenza (o mancanza) di origine preferenziale determina iter amministrativi e costi diversi per l’importazione o l’esportazione. Conoscere l’origine preferenziale delle merci è fondamentale sia per sfruttare appieno eventuali vantaggi e risparmi di costi, sia per evitare errori che possono portare a sanzioni e contenziosi.
La Commissione europea ha da poco pubblicato la Relazione annuale sull’attuazione e sull’applicazione della politica commerciale dell’UE nel 2022, che contiene anche aggiornamenti sulle merci di origine preferenziale.
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La Relazione della Commissione UE
I risultati evidenziano la rilevanza delle politiche unionali per il commercio delle imprese europee.
L’Unione europea possiede la più vasta rete di accordi di libero scambio mondiale tramite 49 accordi siglati con 74 Paesi, ai sensi dell’art. 207 TFUE.
L’accordo che la UE sottoscrive con un Paese terzo è uno strumento di politica commerciale volto a instaurare una compenetrazione economica internazionale e si riverbera sulla singola impresa europea aprendo, tramite facilitazioni commerciali e riduzioni daziarie, mercati esteri e di approvvigionamento e di distribuzione. Solo per quanto concerne l’export delle piccole e medie imprese, le aziende europee sostenute dalla politica commerciale UE sono 670 000.
Le aziende che conoscono gli accordi e li hanno sfruttati a loro favore hanno determinato nel 2022 l’impatto economico più alto ottenuto in questi anni: il valore degli scambi dell’UE all’interno della rete degli accordi ha per la prima volta superato i 2.000 miliardi di euro.
Gli accordi commerciali intervengono a vari livelli di incidenza.
Oltre alla riduzione o esenzione dell’impatto erariale inerente ai dazi, attenzione è riposta alle barriere al commercio extra-tariffarie. Nel 2022 la UE è riuscita a eliminare più di 30 ostacoli al commercio in 19 paesi in settori quali agroalimentare, prodotti farmaceutici, salute e cosmetici. Nel corso degli ultimi cinque anni, l’opera di rimozione degli ostacoli extra-tariffari ha concesso la possibilità di esportazione per 7 miliardi di euro.
La facilitazione del commercio con i Paesi partner diventa volano per le esportazioni delle imprese europee: le esportazioni UE di prodotti farmaceutici in Vietnam sono aumentate del 152 %, quelle di automobili e pezzi di ricambio verso la Corea del Sud del 217 %, le esportazioni UE di carne in Canada sono aumentate del 136 %, questi alcuni esempi.
L’aumento delle esportazioni è riscontrato anche in quei settori merceologici oggetto di limitazioni o divieti frutto delle sanzioni economiche della UE. In tal senso nel 2022 tali settori hanno visto crescere l’esportazione UE per 174 miliardi di euro, compensando ampiamente i 27 miliardi di euro, ad esempio, persi nelle esportazioni verso la Russia.
Gli accordi di liberalizzazione dell’accesso ai mercati sono un vantaggio anche dal diverso punto di vista dell’approvvigionamento delle imprese UE. Una fornitura originaria di un Paese partner firmatario di un accordo commerciale è più conveniente e l’aumento delle possibilità tramite la conclusione di nuovi accordi significa migliorare i fattori di produzione e diversificare le fonti.
I risultati raggiunti, dichiara la Commissione UE, devono essere anche la spinta a portare a termine i percorsi di liberalizzazione dei mercati iniziati dall’Unione europea nelle aree America latina, Asia-Pacifico e Africa, che apriranno nuovi mercati.
Gli accordi di ultima generazione sono accordi conclusi anche a favore di uno sviluppo geografico degli standard di sostenibilità, che ha ricadute anche a favore di una equa competitività tra le imprese a livello mondiale. Il potere commerciale dell’Unione europea riesce a traghettare Paesi partner nel riconoscere le garanzie poste a livello internazionale nei settori ambiente, lavoro e sviluppo sostenibile: tramite gli accordi nel 2022 Perù, Colombia e Vietnam hanno avviato una revisione dei rispettivi codici del lavoro e il Giappone e la Corea del Sud hanno ratificato le principali convenzioni dell’Organizzazione internazionale del lavoro.
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L’origine preferenziale delle merci
Le norme sull’origine sono lo strumento chiave attraverso il quale la politica commerciale UE viene resa efficace.
La capacità delle imprese di beneficiare di un accesso preferenziale ai mercati dipende dalla capacità di soddisfare le regole di origine preferenziale dettate dai singoli accordi.
Non tutti i rapporti commerciali sono coperti da accordi di libero scambio e quando lo sono diventa fondamentale conoscere la specifica disciplina prevista dall’accordo interessato. Le norme sull’origine guardano principalmente, ma non solo, alle modalità di produzione del bene, definite in base alla tipologia delle merci individuata dalla sua voce doganale, con deroghe, con facilitazioni a favore di determinate origini, con riferimenti a regimi doganali.
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La pianificazione doganale
La gestione dell’origine preferenziale richiede la piena consapevolezza delle regole che la determinano e che la provano ottenendo documenti di origine che possano soddisfare le autorità doganali e non esporre invece l’azienda a ripercussioni penali, revisioni di accertamento con richieste daziarie e IVA e relative sanzioni doganali e perdita di sbocchi commerciali con chiamate in risarcimento contrattuale. In mancanza di una struttura probatoria idonea il rischio del contenzioso è elevato.
Le norme sono raffrontate al prodotto e ai suoi processi di fabbricazione e movimentazione. Per tale motivo la verifica di tale aspetto è affidata all’azienda stessa, l’unico soggetto che conosce il prodotto e, dunque, la sua eleggibilità a prodotto preferenziale. L’azienda potrà essere coadiuvata da un consulente esterno ma prima di ogni operazione doganale, nell’ambito di una azione strutturale di analisi.
L’origine preferenziale costituisce, infatti, uno degli elementi base di una pianificazione doganale di accesso al mercato estero da parte dell’azienda, una pianificazione che può spingersi sino ad un’attività di customs engineering. L’origine preferenziale riconosciuta tra UE e un Paese terzo può giungere a determinare anche la scelta stessa di un mercato di approvvigionamento o di commercializzazione rispetto ad un altro.