Street Art e diritto: il caso di Yulier P. e la normativa italiana
È di fine agosto scorso la notizia della detenzione dell’artista cubano Julier Rodriguez (noto come “Yulier P.”), il quale ha dichiarato di esser stato detenuto in custodia per due giorni e di rischiare di essere accusato per danni alla proprietà qualora non rimuova le variopinte immagini astratte che ha dipinto nei muri di edifici decrepiti nella città di Avana.
Questa notizia fa riflettere sui diversi interessi e diritti in gioco, non solo sul diritto alla libertà di espressione, ma anche sul rapporto tra il diritto di proprietà del proprietario della superficie “tela” dell’artista e il diritto d’autore dell’artista stesso. Che diritti hanno questi writers che creano le loro opere utilizzando mura pubbliche o private altrui? Di seguito verranno analizzati i diversi profili e le interazioni tra gli interessi e i diritti in gioco.
Profilo penale.
Dal punto di vista penalistico in Italia, qualora l’artista crei la propria opera su una superficie di proprietà altrui, senza richiedere il consenso del proprietario, potrebbe rischiare la contestazione del delitto di deturpamento e imbrattamento di cose altrui ex articolo 639 del Codice Penale, secondo la quale chiunque deturpi o imbratti cose mobili altrui è punito a querela della persona offesa, con una multa fino a 103 euro.
Se il fatto è tuttavia commesso su beni immobili o mezzi di trasporto pubblici o privati, si applica la pena della reclusione da uno a sei mesi o della multa da 300 a 1.000 euro e si procede d’ufficio. Inoltre, grazie al Decreto Legge 20 febbraio 2017 n. 14 in materia di sicurezza della città, è stato previsto che il giudice possa, con la sentenza di condanna per i reati di deturpamento di immobili o mezzi di trasporto pubblici o privati, disporre l’obbligo di ripristino e di ripulitura dei luoghi ovvero, qualora ciò non sia possibile, l’obbligo a sostenerne le relative spese o a rimborsare quelle a tal fine sostenute, ovvero, se il condannato non si oppone, la prestazione di attività non retribuita a favore della collettività per un tempo determinato comunque non superiore alla durata della pena sospesa, secondo le modalità indicate nella sentenza di condanna
Profilo del diritto d’autore.
Occorre tuttavia precisare che, a livello di normativa sul diritto d’autore (legge 633/1941), è irrilevante se il supporto nella quale viene impressa l’opera si lecito o meno. L’art. 1 della legge sul diritto d’autore protegge tutte “le opere dell’ingegno di carattere creativo che appartengono alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all’architettura, al teatro ed alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione”. Non vi è nessuna menzione sulla necessaria liceità o meno del corpus mechanicum (il supporto dove viene fissata l’opera), con la conseguenza che l’artista che crei la propria opera sul muro altrui, ha comunque tutti i diritti che la legge sul diritto d’autore gli riconosce, ossia i diritti morali e di sfruttamento economico.
Ne consegue che deve essere sempre richiesto il consenso dell’artista del murale/graffito per sfruttare economicamente l’opera; un caso noto negli USA di sfruttamento senza consenso dell’autore del murale è quello della American Eagle Outfitters che ha riconosciuto alcune centinaia di migliaia di dollari allo street artist AholSniffsGlue, a seguito dell’utilizzo senza consenso di un suo noto murale come sfondo a fini di pubblicità.
Profilo della proprietà della superfice e i diritti morali dell’artista
Non vi sono dubbi sul fatto che il proprietario del muro utilizzato per l’opera essendo il proprietario della superficie dovrebbe avere il diritto di distruggere la superficie stessa.
Questo diritto del proprietario, tuttavia, può porsi in contrasto con i diritti morali dell’autore dell’opera di street art. Si ponga il caso del proprietario della superficie che prima autorizzi l’artista a realizzare un murale sulla propria proprietà, ed in seguito, decida, ad esempio, di ripitturare parte della superfice. In questo caso, i diritti morali dell’artista, che sono inalienabili, entrano in gioco; in particolare il diritto morale dell’artista all’integrità dell’opera, ai sensi dell’articolo 20 della legge sul diritto d’autore, che riconosce all’artista il diritto di opporsi “a qualsiasi deformazione, mutilazione od altra modificazione, ed a ogni atto a danno dell’opera stessa, che possano essere di pregiudizio al suo onore o alla sua reputazione”.
In Italia non sì è ancora consolidata una giurisprudenza o dottrina in casi del genere, e molte sono le questioni aperte. Per questo motivo potrebbe essere utile guardare alla normativa statunitense, la quale tenta di conciliare gli interessi del proprietario della superfice con quelli dell’artista.
La normativa statunitense
Il VARA (Visual Artists Rights Act – §106A U.S. Copyright Act), infatti riconosce all’autore espressamente il diritto all’integrità dell’opera, che non può essere distrutta dal proprietario della superfice dove è stata realizzata l’opera di street art nei casi in cui sia possibile (ad es. grazie a nuove tecnologie che incidono sul profilo esterno della superficie utilizzata) rimuove l’opera stessa.
Il VARA impone al proprietario dell’immobile l’obbligo di comunicare all’autore dell’opera di street art, dovendo tra l’altro dimostrare che si sia attivato per individuare l’autore stesso, la propria intenzione di distruggere o modificare la superfice.
Una volta che l’autore abbia ricevuto la notificazione dell’intenzione del proprietario di rimuovere la superfice, ha novanta giorni per rimuovere l’opera (viene così riconosciuto un diritto alla rimozione dell’opera prima della distruzione della superficie su cui poggia), a proprie spese; decorso tale termine, e non prima, il proprietario ha la possibilità di distruggere l’opera stessa.
Chiara Agostini e Giacomo Pataracchia