Truffa e appropriazione procedibili a querela anche per dipendenti ed agenti infedeli
Il d.lgs. 36/2018, entrato in vigore il 9 maggio, ha ampliato il catalogo dei reati procedibili a querela di parte.
Tra i tanti spiccano quelli di truffa e appropriazione indebita che spesso diventavano procedibili d’ufficio e quindi denunciabili anche dopo i 90 giorni dalla conoscenza del fatto, qualora sussistesse la circostanza aggravante dell’abuso di prestazione d’opera o (solo per la truffa) del danno di rilevante entità. Ora invece, anche in questi casi, occorrerà presentare una querela entro 90 giorni: non ci sarà più la possibilità di aspettare l’esito di altre vicende civilistiche per dipendenti o agenti infedeli, ma occorrerà far subito la scelta dell’azione penale.
L’intervento legislativo opera anche per i processi in corso: in questo caso, in mancanza di una querela, verrà chiesto dal Giudice o dal PM alla persona offesa se intende depositare una querela.
Anche per questi reati sarà possibile applicare l’istituto dell’estinzione del reato mediante condotte riparatorie come il risarcimento del danno.