Update | Responsabilità 231: si amplia il catalogo dei reati. Attenzione al certificato preliminare
L’aggiornamento della responsabilità 231: novità sul certificato preliminare
Il 22 marzo 2023 è entrato in vigore il decreto legislativo 2 marzo 2023 n. 19 sulle trasformazioni, fusioni e scissioni societarie transfrontaliere, emanato in attuazione della direttiva Ue 2019/2121, che amplia il catalogo dei reati presupposto per la responsabilità degli enti ai sensi del D.Lgs. 231/2001 (di seguito “responsabilità 231”).
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In particolare, l’art. 55 del decreto interviene sull’art. 25-ter del D. Lgs. 231/2001, annoverando tra i reati societari che possono dare origine alla responsabilità 231 il delitto di “false od omesse dichiarazioni per il rilascio del certificato preliminare” di cui all’art. 54 del medesimo decreto attuativo.
La norma sopra citata punisce “chiunque, al fine di far apparire adempiute le condizioni per il rilascio del certificato previsto all’art. 29 [ossia il certificato preliminare], formi documenti in tutto o in parte falsi, alteri documenti veri, renda dichiarazioni false oppure ometta informazioni rilevanti”.
Che cos’è il certificato preliminare?
Si precisa che il certificato preliminare è un documento accompagnatorio delle fusioni transfrontaliere, che attesta il regolare adempimento degli atti e delle formalità preliminari alla realizzazione della fusione stessa e che viene rilasciato dal notaio o dal tribunale su richiesta della società italiana partecipante all’operazione straordinaria.
Le sanzioni per le false od omesse dichiarazioni per il rilascio del certificato preliminare
Quanto al regime sanzionatorio, all’autore del reato potrà essere applicata la pena della reclusione da sei mesi a tre anni e, in caso di condanna ad una pena non inferiore a mesi otto di reclusione, la pena accessoria dell’interdizione temporanea dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese di cui all’art. 32-bis c.p.
Nei confronti della persona giuridica, invece, si prevede una sanzione pecuniaria da centocinquanta a trecento quote che, in sostanza, si traduce in una cornice edittale compresa tra un minimo di Euro 38.700,00 fino ad un massimo di Euro 464.700,00. Ove l’ente abbia conseguito un profitto di rilevante entità, la pena potrà inoltre essere aumentata di un terzo, come disposto dal comma 2 dell’art. 25-ter del D. Lgs. 231/2001.
Da quando si applicano le nuove disposizioni
Le nuove disposizioni avranno effetto a decorrere dal 3 luglio 2023 e si applicheranno alle operazioni transfrontaliere e internazionali in relazione alle quali nessuna delle società partecipanti abbia ancora pubblicato il progetto di fusione.
Cosa possono fare le aziende, soprattutto se di grandi dimensioni
L’introduzione di tale nuovo reato comporterà, soprattutto per le grandi aziende multinazionali, l’opportunità di valutare un aggiornamento del proprio Modello Organizzativo, affinché lo stesso possa assumere efficacia esimente anche rispetto alla nuova fattispecie di reato presupposto.
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